Veneziani illustri

Veneziani illustri

Alcuni dei veneziani più famosi nella storia.


BASEGGIO CESCO (l897 197l)

Uno dei massimi atteri del teatro veneziano moderno. Memorabili le sue interpretazioni goldoniane, in particolare quelle dei Rusteghi e delle Baruffe chiozzotte.

CANALETTO (1687 1768)

Con questo soprannome è diventato famoso Giovanni Antonio Canal, pittore, che si specializzò nel ritrarre paesaggi veneziani. Si trasferì a Londra deve dipinse vedute della città e della campagna inglese. E’ considerato il creatore del vedutismo veneziano, che conobbe grande successo in tutto il XVIII sec., ispirando pittori come PIETRO LONGHI (1702 1785), che animò le sue vedute con acute osservazioni di vita veneziana, e FRANCESCO GUARDI (1712 1793).

CARPACCIO VITTORE (1456 ca.1526)

Pittore, profondo conoscitore della pittura fiamminga, legò la sua fama soprattutto ad alcuni cicli di storie, come quello dedicato alla Vita di S. Orsola, oggi all’Accademia, considerato la massima espressione della sua arte, per la ricchezza narrativa, l’espressività dei personaggi e l’intensità cromatica. Altri cicli famosi, le Storie di S. Stefano, oggi divise tra i musei di Brera a Milano e del Louvre a Parigi, le Storie di S. Giorgio e di S. Gerolamo.

giacomo casanova

CASANOVA GIACOMO(1725-l798)

Avventuriero e scrittore. Di modesta origine, viaggiò per tutta l’Europa, giovandosi spesso di espedienti e di imbrogli. Arrestato e chiuso nei Piombi di Venezia, nel 1775, fuggi con un’evasione rimasta leggendaria. Negli ultimi anni della sua vita, in Boemia, scrisse in francese le sue memorie in 12 volumi, tracciando un vivido ritratto dei Paesi visitati, e narrando, con un erotismo tipico del suo tempo (val a dire ridente e libertino più che morboso), le sue numerosissime avventure amorose.

DANDOLO ENR1CO (1107-1203)

Figura esemplare di doge, è passato alla storia sia per le vittorie diplomatiche e militari, sia per avere con la “promissione ducale” impegnato il doge ad accettare limiti alla sua autorità. Rifiutò l’elezione a imperatore per conservare la dignità dogale, che tenne fino alla morte. E considerato il fondatore del dominio mediterraneo di Venezia.

GIAMBELLINO (l429 ca.-1516)

Con questo nome è conosciuto Giovanni Bellini, uno dei maestri della pittura veneta del Quattrocento, che subì l’influenza di Andrea Mantegna (di cui era cognato) e di Antonello da Messina. Dipinse numerose Madonne con Bambino, la pala d’altare di S. Giobbe, oggi all’Accademia, eseguita nel 1480-85, è una delle opere chiave del Rinascimento. Furono suoi allievi il Giorgione e il Tiziano. Il fratello GENTILE BELLINI (1429 ca.-1507) fu un eccellente ritrattista, tanto da diventare il pittore ufficiale della Repubblica di Venezia.

GOLDONI CARLO (1707 1793)

Commediografo. Abbandonata la professione di avvocato, si dedicò al teatro. Scrittore fecondissimo, si allontanò dalla tradizionale Commedia dell’arte per avvicinare maggiormente il teatro alla vita, dipingendo caratteri e ambienti popolareschi e borghesi con acuto e umoristico realismo. Delle sue 120 commedie, le più note, spesso rappresentate anche oggi, sono La locandiera, La bottega del caffè, Il bugiardo e, in dialetto veneziano, Le baruffe chiozzotte e I rusteghi . In polemica con lui fu CARLO GOZZI (1720-1806) che lo accusava di aver messo in scena argomenti troppo realistici e plebei.

baldassarre longhena chiesa della salute

LONGHENA BALDASSARRE (1588-1682)

Considerato il maggior architetto veneto del Seicento, lavorò soprattutto a Venezia, deve progettò la chiesa di S. Maria della Salute, in cui già si avverte una sensibilità barocca, e i palazzi Pesaro e Rezzonico, che segnarono il passaggio definitivo al Barocco.

MANIN DANIELE (1804-1857)

Patriota. Fu presidente della Repubblica di Venezia, che resistette eroicamente all’assedio austriaco (l849). Esule a Parigi, si converti, per spirito patriottico, all’idea di un’Italia unita sotto i Savoia, sacrifìcando il suo ideale repubblicano.

marco polo

POLO MARCO (1254-1324)

Viaggiatore. Giovinetto, accompagnò il padre e lo zio in Asia. Viaggiò per molti anni in Cina e, sulla via del ritorno, si spinse fino in Persia, rientrando a Venezia dopo 25 anni di assenza. Catturato dai Genovesi, narrò i ricordi dei suoi viaggi a un compagno di prigionia, Rustichello da Pisa, che li trascrisse in francese. Tale relazione, conosciuta, poi, come Il Milione, ebbe subito immensa risonanza.

SARPI PAOLO (1552-1623)

Storico e politico. Benché fosse frate, sostenne e difese la Repubblica di Venezia in una diatriba contro papa Paolo V sui privilegi ecclesiastici. Scomunicato, mantenne ferme le critiche al potere temporale della Chiesa. Il suo capolavoro, Istoria del Concilio tridentino in 8 volumi, pubblicato a Londra sotto falso nome, rimane il testo fondamentale per spiegare le origini della Controriforma e il diffondersi della Riforma protestante in Europa.

TIEPOLO GIAMBATTISTA (l696-1770)

Pittore. Risentí dell’influenza del Veronese e puntò sui grandi scenari pieni di luce, con architetture stravaganti che fanno da sfondo ai suoi personaggi, come nelle scene di Antonio e Cleopatra a Palazzo Labia. Col figlio GIANDOMENICO (1727-1804), che fu suo allievo e aiuto, affrescò, tra l’altro, la Villa Valmarana a Vicenza e la Villa Pisani di Stra.

tintoretto

TINTORETTO (1518-1594)

Pittore. Il soprannome col quale Jacopo Robusti e passato alla storia gli veniva dal padre, tintore. Ammiratore di Michelangelo, fu artista attivissimo. Le sue tele, tra cui il Miracolo di S. Marco ali’Accademia, il Paradiso del Palazzo Ducale e quelle per la Scuola Grande di S. Rocco, sono spesso enormi e affollate di personaggi, con ampie architetture immerse in penombre attraversate da un’intensa luce.

VIVALDI ANTONIO (1678-1742)

Compositore e violinista. Dopo essere stato ordinato sacerdote (detto “il prete rosso”, per il colore dei capelli), fu maestro di violino all’Ospedale della Pietà e maestro di cappella in varie città italiane e straniere. Scrisse concerti, cantate, musiche sacre e opere, che gli dettero grande fama. Tra i suoi 734 concerti, il più celebre è Le stagioni. Morì in povertà a Vienna. Con il contemporaneo BENEDETTO MARCELLO (1686 1739), rappresentò la più alta espressione della musica a Venezia, e una delle maggiori di tutti i tempi, in assoluto.